Pretese di poter comprendere il mondo con l’ausilio degli occhi. Lo sguardo partì a bordo di una possente autovettura che gli faceva scoprire come anche la conquista dello spazio potesse diventare un’arte. Con quell’interno spazioso e raffinato, con tutto il comfort che poteva desiderare per affrontare in piena forma anche lunghe distanze, penetrò la purezza(?) dell’aria.
Lo sguardo vide in quella raffinatezza gli specchi ed i cristalli elettrici azionati ad infrarossi. Gli occhi divennero delle orecchie aperte ai nuovi ritmi elettronici che provenivano dal compact disc con il lettore computerizzato e l’analizzatore di spettro con equalizzatore incorporato. Credette di essere energia in movimento d’uscita dal parabrezza: una vista che non poteva né sfuocare, né sbiadire, né stancarsi, né distorcere mai.
La vista pianò sul verde brillante di un prato, dove erano fissati in immagini i volti splendidi e mutevoli, carichi di personalità… lo sguardo ridiscese in delle armoniche linee che facevano spazio alla sua avanzata luminosa e sfrontata, provocatoria e indifesa. Confidando nel suo fascino magnetico, lo sguardo sapeva passare, senza scomporsi, dalla dolcezza alla violenza; sapeva avvinghiarsi e prendere, incollarsi nel tormento e nell’estasi della febbre che sale. Forse che un regista famoso avesse dato dei ritocchi agli effetti speciali?
La vista rifulse di quegli aspetti ombrosi ed inquietanti, emergenti dall‘ approssimarsi del buio e dal silenzio della notte. Lo sguardo iniziò a temere che la percezione delle cose si complicasse, i significati si facessero ambigui, intriganti con sconfinamenti verso una particolarissima surrealtà.
Non volle più alimentare degli scandali, e neanche la curiosità e i desideri di identificazione e di estraneamento degli spettatori, non volle fare affiorare, da quelle zone d’ombra, occhi e sguardi da brivido, non volle realizzare accostamenti cromatici e luminescenze chiaroscurali, non volle omologare altre immagini ai canoni scontati di modelli stereotipati.
Così si innabissò nel buio, lasciandosi dietro riverberi acciecanti e coni d’ombra, chiazze luminose e vortici di buio, riflessi multipli e bagliori notturni.
II rincorrerlo non avrebbe avuto senso, neanche con un prodotto realizzato con tecnologie senza frontiere.
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